ANNEGANDO
La mia inquietudine danza un triste assolo,
il mio volto è un animale impaurito,
che cerca rifugio nel suo nascondiglio.
Ho provato, oh quanto ho provato,
a imprigionare il momento,
a trattenerlo tra le mie mani tremanti,
a non soccombere all’avanzata implacabile del buio.
Ma la debolezza mi stringe,
mi tiene compagnia nel silenzio,
mentre affogo nel mare calmo dei tuoi occhi.
Era lì che fissavo le mie stelle,
alla ricerca della tua rotta,
ma le tue rive erano familiari
solo ai miei occhi elusivi.
Una rabbia metrica cresce,
alimentando le distanze,
e noi due diventiamo vittime
del destino tracciato dalle mie stelle,
che inciampano nell’incertezza e nell’instabilità.
Oh, quanto siamo fragili,
spinti e travolti dalle correnti incontrollabili,
mentre il mondo intorno a noi si sgretola.