Certi Momenti
Ci sono momenti come questo in cui si desidera ardentemente che qualcuno riconosca tutte le belle parole che sono state rivolte agli altri, che ci si curi laddove si è stati infermieri. Perché il male che si compie sembra tornare sempre indietro, mentre per il bene la storia è ben diversa. In quei momenti, mi sento come un bambino che crede di essere diventato un uomo migliore solo perché gli è stata raccontata la favola giusta. E allora, avrebbe ancora senso perdersi? Perché se non ci si è mai smarriti, non si è mai usciti dalla propria prigione. E forse io non ho mai voluto perdermi. Ho ascoltato le storie scritte dall’acqua che scorre sulle pietre di un ruscello e ho compreso che tutto ha una fine, che il mare e il cielo si baciano nell’orizzonte lontano. Ho capito che desidero morire come si conclude un pomeriggio che tuffa un sole rosso nel mare, mentre la luna compare dietro una collina, e non come un fiore confinato in un vaso con poca acqua, piegato e costretto a contemplare le scarpe di una donna. In questi momenti di riflessione profonda, emergono desideri di riconoscimento, di cura e di autenticità. La consapevolezza che le azioni negative possono tornare a influire su di noi, mentre il bene sembra spesso scomparire nel vuoto, genera un senso di inquietudine e di ricerca di equilibrio. Ci si interroga sul significato di perdersi e su come ciò possa offrire un’opportunità di crescita e di liberazione dalla prigione delle nostre stesse limitazioni. Attraverso l’ascolto delle storie sussurrate dalle acque di un ruscello, si impara che tutto nella vita ha una fine, che ogni cosa è destinata a mutare e a fondersi nell’orizzonte lontano. Si intuisce la volontà di morire in un modo simbolico, come il tramonto di un pomeriggio che bagna il mare con un sole rosso, accompagnato dall’emergere della luna dietro una collina. Questo desiderio è un richiamo a vivere in modo intenso e autentico, abbracciando il fluire naturale della vita, piuttosto che essere limitati e costretti, come un fiore confinato in un vaso con scarsa acqua e costretto a guardare le scarpe di una donna. In queste riflessioni si cela un senso di bellezza, di accettazione e di libertà. Si riconosce che la vita è un fluire costante, che ogni cosa ha un suo posto e un suo destino. Si abbraccia l’idea di morire in modo simbolico, lasciandosi trasportare dalla meraviglia e dalla serenità che possono emergere da una comprensione più profonda della natura e dell’esistenza stessa.